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3 zaini in primo piano, appoggiati sul retro di un auto. La foto è scattata dal punto di vista di un passeggero che guarda indietro e vede la strada fatta durante il viaggio.
27 Luglio 2022

Senti come scricchiola People & Culture (aka HR), quando aggiungi un pizzico di Agile


Continuo a trasferire qui alcuni degli appunti dagli studi che facendo sulle organizzazioni e sui modelli trasformativi, senza badare alla forma.

Col terzo incontro Inspiration del 2022 abbiamo messo fino in fondo le mani nella marmellata dei temi classici di People & Culture (aka HR) e Agile. Marco Calzolari ha passato un pomeriggio con noi, ci ha aiutato a unire molti dei puntini che avevamo sparso in giro con i primi due incontri. Per finire, lo abbiamo intervistato per avere un’estrema sintesi di ciò di cui abbiamo parlato quel pomeriggio

“Con Marco parleremo di agile HR”, introduce Anna. Lo sguardo che segue mi ha ricordato questa immagine del 2011. Bei tempi, quando le nostre preoccupazioni erano lo spread a 577.

In copertina, foto di Lukas Robertson su Unsplash

Riporto qui alcuni appunti dall’intervista.  

Categorie:  tangible
Due anatre disegnate in bianco e nero, si fronteggiano: quella a sinistra è un'anatra bianca, normale, quella a destra è il disegno dell'anatra meccanica digerente, pubblicato nel 1899 su una rivista scientifica americana. L'anatra meccanica è una scultura vivente in bronzo realizzata nel Settecento da Jacques de Vaucanson
23 Luglio 2022

Organizzazioni come organismi viventi


Trasferisco qui alcuni degli appunti dagli studi che facendo sulle organizzazioni e sui modelli trasformativi. Li riporto qui senza badare alla forma, prima di tutto per non perdermeli o per non disperdere le eventuali conversazioni o gli ulteriori approfondimenti nei feed.

Il secondo incontro Inspiration del 2022 lo abbiamo dedicato ad approfondire il tema dell’employee experience spostando il focus dall’employee alle organizzazioni.
Nell’intervista che ne abbiamo ricavato, Flavio e Giada hanno riassunto alcuni dei concetti chiave su cui ci siamo confrontati durante il nostro workshop interno. 

In copertina: un disegno del 1899 pubblicato su Scientific American in cui veniva ipotizzato come funzionasse l’anatra meccanica digerente di Jacques de Vaucanson.

Categorie:  tangible
30 Novembre 2017

Oltre Agile


È sabato 18 novembre e rientro a casa dopo un giorno di Agile Day. Ci sono almeno tre cose che mi sono rimaste incollate dopo questa giornata: la prima ha a che fare con gli All Blacks, la seconda sta nei versi di una splendida canzone, la terza riguarda Agile e Tangible.

Categorie:  eventi tangible
26 Marzo 2017

Welcome Tangible!


La prima volta che ho messo piede nel vecchio ufficio di GNV&Partners era un giorno di febbraio 2013. Era un piccolo open-space molto accogliente ricavato da un’ala della casa di Nick, a Viserba, letteralmente a 2 passi dal mare.
C’era questa frase incorniciata in un quadretto: “Build the company you’ve always wished to work for, or die trying.“.

Categorie:  tangible
28 Agosto 2016

A means to an end


C’è questo libro che sto leggendo piano piano:

La copertina del libero Built to Last, Successful habits of visionary companies di Jim collins e Jerry Porras

Lo faccio quando ho la testa libera e spazio mentale per pensare.
Lo leggo un poco e poi lo lascio decantare.

“Built to last” è la sintesi di anni di studio comparativo sulle aziende leader di mercato e i loro diretti competitor storici. Restituisce una fotografia piuttosto chiara degli approcci imprenditoriali che hanno portato i leader a diventare tali. Il titolo originale doveva essere “Building something that is worthy of lasting” (provo a tradurlo con un “Costruire qualcosa che valga la pena duri nel tempo”), trasformato dall’editore Harper Collins in un più diretto, vendibile e paraculo “Built to last” (“Costruito per durare”, mh).

Tempo fa, pensavo che entrare in società e contribuire a costruire un’azienda avrebbe significato semplicemente creare un ecosistema in cui le persone sarebbero state felici e competenti, al lavoro su progetti belli e sfidanti e con la soddisfazione dei nostri Clienti. Nel farlo, avremmo aumentato il nostro benessere economico e mentale, aziendale e individuale.
In un certo senso è ancora così, ma lo è in un modo diverso, perché un esercizio che sto facendo costantemente è quello di distinguere ciò che deve rimanere un mezzo da ciò che dev’essere il fine.

Lavorando sulla nostra identità, uno dei primi percorsi che abbiamo fatto è stato quello di dirci perché stavamo cercando di costruire un’azienda di design. La risposta “per il ritorno economico” è sempre risultata stonata e debole. Se fosse stato per quello, avremmo potuto ottenere risultati migliori facendo altre scelte professionali. Spostando il ritorno economico tra i “means”, che cosa rimane negli “ends”? Per me, un mondo intero.

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