Il 15 gennaio 2010, pubblicavo “Cambio vita (professionale)“, in cui scrivevo i motivi per cui desideravo tentare la strada da freelance. Sono passati 4 anni e mi sembrano 14 se ripenso a quanto sia aumentata la curva e l’intensità del mio apprendimento da allora.
Il momento in cui ho iniziato a capire che, da freelance, la curva stava iniziando a cambiare e ad appiattirsi è stato al ritorno da San Francisco, praticamente un anno fa. È stato un momento di profonda riflessione, che ha coinciso anche con un mese di “no” a proposte davvero belle e lusinghiere. Non so se vi sia mai capitato di dire di “no” a una persona o a un team che stimi profondamente… beh, non è per niente facile.
“Lavoriamo insieme?” era l’oggetto della mail di Nick, poco meno di anno fa. Puro e semplice, cauto e diretto.
Ho conosciuto e ascoltato Nicolò per la prima volta allo UX Camp di Firenze, in cui presentò Visual Design, Emozione ed Esperienza.
Ne raccontai qui.
È così che ho scoperto GNV&Partners. Da allora, ho più volte curiosato e ammirato la consistenza dei loro progetti. Molte volte ho pensato che, per quanto impegno potessi metterci, non sarei mai riuscita ad arrivare a un livello del genere.
A quel tempo (e sì, somo passati meno di due anni) ricordo benissimo che soffrivo del fatto di non riuscire ad andare oltre, se avessi proseguito sulla strada che stavo percorrendo. Mi ritrovavo ad essere l’unica designer nei progetti in cui ero coinvolta, ed era a quel punto decisamente un problema. Da un lato, ero satura; dall’altro continuavo ad accusare la mancanza di un confronto con almeno un altro designer, specie a fronte della crescente complessità dei progetti che stavo seguendo. Da un bel po’ avevo iniziato a credere nell’importanza di accorciare il processo dal design al prototipo, a sentire il bisogno di validare le ipotesi con gli utenti, di studiare un metodo che considerasse importante la fase di esplorazione tanto quanto quella dell’esecuzione e della misurazione. E infine, avevo ormai capito quali sono le cose in cui sono davvero capace e quali quelle in cui finisco con l’arrangiarmi.
Ho incontrato Nicolò e Marianna pochissimo tempo dopo quella mail, a Rimini, nel piccolo e accogliente studio di GNV. Mancava Luca, che ho conosciuto di lì a poco. Ci siamo confrontati sulla nostra visione, i nostri limiti, le nostre esperienze, i nostri sogni.
In breve, abbiamo deciso di provarci.
Siamo partiti con il progetto Muse e abbiamo fatto molti compiti per discutere e capire se eravamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Ma è stato solo in questi ultimi mesi che abbiamo iniziato a misurarci come team. In poco tempo, ci siamo resi conto del potenziale che poteva avere la nostra visione e le difficoltà che avremmo incontrato.
Non avrei mai immaginato che lavorare in squadra sarebbe stato così ricco di soddisfazioni e sorprese, ma anche così faticoso e pieno di ostacoli.
È piuttosto incredibile la sensazione che ho provato quando ho visto che insieme a questo team riuscivamo a mettere in atto un vero processo di design e a confrontarci sugli enormi dubbi che man mano stavamo (e stiamo) incontrando. Allo stesso tempo, è stato piuttosto sorprendente scoprire quanto sia difficile e complesso costruire un team, rimettere in discussione i nostri ruoli, che ormai consideravamo consolidati, individuare il nostro metodo, accordarsi sul significato della parola “valore”, fare di tutto questo un business sano e sostenibile, che ci rendesse felici, convinti e soddisfatti.
In questi mesi di “annusamento reciproco” ho avuto conferma di aver bisogno di Nicolò, Luca, Marianna e Fabio semplicemente perché dal punto di vista professionale ci completiamo e perché insieme riusciamo a moltiplicare le nostre principali attitudini o a stimolarne di nuove.
Dunque, da quest’anno mi trovate solo nel team di GNV&Partners.
Fino a qui ho parlato di lavoro.
C’è poi un lato umano e personale che considero prezioso e lo tengo per me. Ma una cosa posso dirla: sono una persona fortunata.
PS: Qui trovate il post scritto sul blog di GNV&Partners: “Ilaria Mauric entra nel team“, di Nicolò Volpato.