L’11 e il 12 novembre Marianna e io saremo a Better Software, quest’anno in veste di speaker. Il nostro talk è in programma per martedì 12 alle ore 16 e si intitola Cosa manca ad un brief.
Siamo partite dai problemi ricorrenti che riscontriamo quando ci chiedono di fare una valutazione (tempi e prezzi) sulla progettazione della user experience per un progetto digitale, descritto, appunto, in un brief.
Prima di tirare le nostre conclusioni, abbiamo preferito accertarci che la questione non fosse solo un punto di vista nostro. Perciò abbiamo raccolto un po’ di risposte dai nostri clienti, dai colleghi e da altri professionisti, e infine abbiamo provato a risalire la corrente per trovare i punti comuni da cui nascono i brief.
1 coincidenza è 1 coincidenza,
2 coincidenze sono un indizio,
3 coincidenze sono una prova.
Mi sembra lo affermasse Poirot in non ricordo quale libro di Agatha Christie (Assassinio sull’Orient Express?).
Si fa presto a dire che un documento è lacunoso, fuorviante, o addirittura inutile. Ma che cosa faremmo noi se ci trovassimo nella stessa situazione, in un contesto guidato da dinamiche aziendali che non conosciamo?
E d’altra parte, continuiamo a trovarci nella condizione di investire tanto, troppo tempo a fare chiarezza su un progetto da preventivare e di decidere quanti rischi (derivati dall’incertezza o dai dubbi) accollarci al momento dell’offerta.
Lo proponeva Jacopo, nel suo bel talk Cercando il cigno giusto all’Agile Day di un anno fa. Pensiamo che un buon brief possa essere un punto su cui far leva per provare a uscire dal mediocristian.
Nel nostro talk, cercheremo di capire come rendere il brief un documento più utile per i team coinvolti e proveremo a proporre un cambiamento di prospettiva e di approccio al progetto.
Per chi ci sarà, ci vediamo a Better Software. :)